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Partendo da una circoscritta questione interpretativa e allargando progressivamente la visuale, Walter Lapini sottopone a un attento screening una recente edizione delle opere di Spinoza, in particolare concentrandosi sulla traduzione dal latino all'italiano del "Trattato Teologico-Politico". La serrata analisi di Lapini, dichiaratamente priva di risvolti teoretici, ma condotta con vigile occhio di classicista, non solo intende evidenziare le trappole in cui necessariamente cade colui che si accosti alle lingue antiche senza un'adeguata preparazione e una specifica forma mentis, ma si propone anche, anzi soprattutto, di esprimere preoccupazione e allarme per la condizione di degrado verso cui l'attuale editoria scientifica sembra inesorabilmente avviata.